Progetto di restauro dell' ex Barchessa Fini (vari stralci e facciate)
Secondo la storiografia, il palazzo risulta essere appartenuto alla famiglia bassanese dei Bellavitis commercianti in tessuti. Già delineato nella sua attuale configurazione nella veduta dall’alto di Bassano eseguita dai Da Ponte tra il 1583 e il 1610, l’edificio subì consistenti modifiche negli anni 1927-28 per la trasformazione in scuola e successivamente nel secondo dopoguerra. Il progetto si articola secondo due prerogative principali che comprendono il recupero della fabbrica e delle importanti testimonianze storico-architettoniche e artistiche attraverso accurate indagini e studi preliminari, ed il suo utilizzo funzionale quale nuova sede della Procura della Repubblica di Bassano del Grappa. Gli interventi progettuali più consistenti hanno riguardato la riproposizione dell’originaria falda di copertura verso la corte interna e la filologica ricomposizione di parti delle facciate esterne stravolte dai precedenti interventi, mentre dal punto di vista distributivo i lavori hanno riguardato lo spostamento della centrale termica in un nuovo locale interrato esterno all’edificio, l’inserimento di un nuovo ascensore e di una nuova scala metallica per i mezzanini destinati ad archivi correnti. Al piano nobile verrà ricomposta la sala centrale passante con le originarie aperture sulle stanze laterali, mentre ulteriori partizioni trasversali per la creazione di uffici verranno realizzate con serramenti vetrati per consentire l’originaria percezione e vista su entrambi i lati di facciata e corte interna. Analoga partizione degli ambienti ha riguardato il piano secondo, mentre il piano sottotetto verrà riutilizzato, limitatamente alla parte centrale, con destinazione a biblioteca e la sommità della torre colombara, con finestre su tutti quattro i lati e suggestiva vista sulla città, a sala riunioni. Naturalmente una importante fase dei lavori ha riguardato il consolidamento strutturale di fondazioni, murature storiche, orizzontamenti e copertura in legno e la realizzazione di nuovi impianti elettrici, di sicurezza e climatizzazione.
Acquisita dall’Amministrazione comunale, la barchessa di sinistra è stata oggetto di ristrutturazione funzionale e recupero per divenire nuova sede municipale contemplando esigenze funzionali e prescrizioni normative proprie risolte in un’organizzazione distributiva non solo compatibile, ma espressamente finalizzata al recupero e alla valorizzazione dell'architettura del monumento. Gli spazi originari preservati sono stati quindi prevalentemente destinati all’uso collettivo: il grande atrio al piano primo destinato a nuova Sala Consiliare mentre i vani ad uso ufficio sono stati viceversa assegnati ai piani e alle ubicazioni più disponibili alla suddivisione: al piano terra, oltre ad un grande atrio sotto il porticato riaperto, gli uffici di maggior afflusso dei pubblico; nel piano ammezzato, le sedi amministrativodirigenziali; nel sottotetto, ma solo nell'angolo dove la copertura lignea è più frammentaria e viceversa gli ambienti meglio illuminati, i locali dell'Ufficio Tecnico, nella manica nord- ovest a doppia altezza affacciata sulla corte interna, la sala civica per incontri e rappresentazioni teatrali intitolata ai giudici G.Falcone e P.Borsellino. Il sempre difficile quesito dell'ubicazione delle comunicazioni verticali e dei locali igienici è stato risolto collocando tali nuove infrastrutture in posizioni spazialmente meno significative. Tali accorgimenti distributivi hanno consentito di intaccare solo marginalmente le strutture originarie destinate a consolidamento o ricostruzione nel rispetto delle tecniche dell'epoca. Il progetto ha permesso anche di creare le condizioni per una finale riqualificazione delle aree esterne al fabbricato: in particolare la grande corte meridionale dovrebbe essere valorizzata dall'affaccio posteriore dell'antico atrio della facciata principale, di gran parte degli uffici e delle sale collettive dell'ultimo piano; oltre che, in futuro, dalla destinazione parimenti pubblica e sociale della parte rimanente. |